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Bambino Gesù – Ospedale Pediatrico & Associazione AMICI DEI BIMBI Onlus

in collaborazione con

Associazione Culturale Sbagliando S’Impara

IL TEATRO CHE CI FA INCONTRARE …

di Jessica Zanella

 

“Il gusto riposante dell’attesa,ecco. Del succedersi dei fatti della mia vita come se non mi riguardassero. Un inno al piacere dell’impotenza”.

 

Inizio (… e finirò!) questa breve riflessione citando alcune parole di Rosella Pastorino tratte da “La stanza di sopra”. I libri non capitano mai a caso. I libri si scelgono e ti scelgono; questo mi ha scelta proprio quando è iniziata la nostra avventura al Bambino Gesù e, più precisamente, presso il reparto di neuropsichiatria infantile coordinato dal Prof. Stefano Vicari.

 

Obbiettivo : Laboratorio Teatrale pomeridiano in reparto

 

Teatro e Ragazzi/e: binomio sperimentato e conosciuto.

Teatro e Ragazzi/e “in difficoltà”: binomio sperimentato (gradi di “difficoltà” più o meno importanti) conosciuto.

Teatro e Ragazzi/e del e in Reparto di Neuropsichiatria del Bambino Gesù : binomio nuovo!

 

Amalgamiamo Teatro&Ragazzi/e da molto tempo; abbiamo una valigia di attrezzi piena, ben curata, fatta e disfatta a seconda delle esigenze e in un clima di continuo confronto e crescita, ma non sappiamo nel dettaglio a quali “difficoltà” andiamo incontro.

Ci piace pensare il teatro nei posti più disparati, non convenzionali. Ci piace pensare ad un teatro che va incontro alle persone! Non c’è bisogno di un posto “perfetto” per raccontare storie, ma solo di qualcuno che abbia voglia di raccontare e di qualcuno che abbia desiderio di ascoltare. Crediamo questo anche per i laboratori … ecco, forse, non abbiamo bisogno di un posto “speciale”, ma sicuramente di un po’ di spazio in cui muoverci e di questo ne parleremo più avanti.

Non sappiamo dire, se all’inizio, “abbiamo paura” … Siamo però consapevoli che si tratta di un’esperienza umana, prima che professionale, arricchente a livello personale, prima che come “addetti ai lavori”.

Accettiamo la sfida!

 

Fin dai primi incontri capiamo che i nostri giochi teatrali, il nostro ABC laboratoriale, funziona poco. Qualche riga sopra parlavo di spazio; non è quello che ci aspettavamo. Si tratta di una sala piccola con tre divani, la TV, due tavoli rotondi molto ingombranti e un biliardino. Ovviamente tutto spostabile (grazie alla preziosa collaborazione delle Capo-Sala e degli Operatori Socio Sanitari), ma … per chi?!? Per fare che cosa?!?

Molte volte ci siamo messi nei panni dei ragazzi e ci siamo chiesti “Se ci trovassimo lì e perciò in un momento molto particolare e delicato e fragile della nostra vita vorremmo fare un laboratorio di teatro? ( Vorremmo occupare lo spazio?!, Vorremmo camminare a diverse velocità?!, Vorremmo trasformare oggetti quotidiani in altro?!, Vorremmo costruire/improvvisare una scena?!  … solo per fare degli esempi … )

La nostra risposta, in totale sincerità, e in qualche modo a nostro sfavore è stata: “Forse no! Forse non lo vorremmo!”

Abbiamo visto spesso occhi stanchi, facce stravolte, braccia-vittime attaccate alla flebo; questo non ci ha inteneriti (cosa che ci era stata raccomandata!), ma sicuramente ci ha messo in discussione e ci ha reso più consapevoli, meno esigenti, più morbidi.

 

Si riparte!

 

Cerchiamo nuovi modi per incontrarci, scontrarci (…a volte!) dialogare con rispetto, senza entrare troppo nei dettagli delle loro vite, restando il più possibile in superficie per rendere quell’aria e quella luce artificiali meno soffocanti; senza negarci, però, qualche tuffo capace di regalarci attimi di immersione profonda …

Troviamo come alleate, in questo nostro cambio di rotta che non esclude il teatro, ma lo prende da un’altra angolatura; le carte e la tombola per raccontare le storie. Immediatamente questi “giochi” (meno fisici, meno dinamici; ma non per questo meno importanti o più semplici!) ci mettono in relazione, ci permettono di dialogare, dare spazio, seppur per brevi attimi, alla fantasia e all’immaginazione.

Non abbiamo bisogno di conoscerci, di avere una continuità negli incontri, di essere sempre gli stessi (cose impossibili visto il tipo di reparto e, purtroppo, elementi fondamentali per la conduzione di un laboratorio … su questo ci sarà da riflettere!).

Non abbiamo bisogno di una struttura se non del Hic et Nunc … più teatro di questo!

 

Sono state scritte tante belle storie, vogliamo condividerne con voi due che ci hanno particolarmente colpiti!

 

Costruiamo una storia con le Carte delle Storie …

 

IL MATTONCINO BLU

 

C’era una volta,

in una normale città

di mattoni rossi una fabbrica che

di soldi ne produceva a volontà.

Di mattoni rossi era essa stessa

così come

ogni casa e

non ce n’era una più alta, bassa o spessa.

Tutto era consueto*

finché non si sa come

o perché questo fu

ma comparve

e di questo ne sono lieto

tra tutti i mattoni rossi

un mattone blu.

Lo scopo di ogni mattoncino

era d’ordinario essere

ma il nostro amico blu marino

inconsapevole della storia che si stava per tessere

si sentiva solo

in mezzo a tutto quel rosso

ma la sua vita stava per prendere il volo

e mai questo mondo in tal modo fu scosso.

*Il grassetto è mio, gli “a capo” e la struttura in versi, invece, sono di chi ha scritto la storia.

 

Costruiamo una storia con la Tombola delle Storie

SENZA TITOLO

Un re, durante una passeggiata in mezzo al bosco, si imbatté in una casa stregata. Entra, attraverso una porta piena di denti e la casa è viva tanto che gli dice :”Non potrai più uscire!”*.

Il re è molto spaventato perché è solo e in quel momento si avvicina un lupo molto arrabbiato e molto affamato. Si presenta un gatto con una mela rossa, ma di un rosso sangue. Il lupo, credendola una bistecca, agguanta la mela; ma proprio come la casa anche la mela è stregata e fa cadere il lupo in un lungo sonno. Poco dopo, attratto dal gatto nero nero, un bambino si avvicina alla casa. La porta si spalanca e il re, riconoscendo suo figlio, lo prende in braccio assieme al gatto e scappa verso il suo castello.

*Il grassetto è mio

 

Quanto avete letto parla e racconta più di quanto possiamo fare noi.

 

Non sono mancati momenti di frustrazione.

Non sono mancati momenti carichi di tensione.

Non sono mancati pomeriggi pieni di silenzio.

Non sono mancati pomeriggi fatti di niente.

 

Non sono mancati sorrisi.

Non sono mancati ringraziamenti (assolutamente non necessari!)

Non sono mancati momenti profondi.

Non sono mancati gli addii, gli “In bocca al lupo”, le mancanze.

 

Non è mancato nulla, siamo grati di quanto abbiamo ricevuto.

 

Ora abbiamo solo bisogno di elaborare per capire davvero ,fino in fondo, quanto possiamo essere “utili” a questi ragazzi e a queste ragazze, quanto possiamo regalar loro ciò che chiamano “un’ora diversa”.

 

Grazie per questo scorcio di umanità alla quale auguriamo il meglio perché noi tutti, nonostante le loro fragilità, abbiamo visto tanta BELLEZZA.

 

“…Cerco aria alla finestra, cerco di controllare il respiro, penso al mare, dopo il mare, dopo il mare c’è altro, posso immergermi, raggiungerlo a nuoto, non aver paura, non aver paura dopo il mare, oltre il mare, c’è ancora il mare, diverso, l’ altrove, il respiro, la pace”.

 

Per l’ Associazione Culturale Sbagliando S’Impara :

Gabriella Graziani

Jessica Zanella

Alessandro Marchini

Daniela Antolini

Gemma Costa