Il tempo atmosferico, la pioggia quindi, la presenza del torrente, la terra ed il fango, il sentiero a cui prestare più attenzione, il verde quasi fluorescente del muschio in tutta la sua bellezza, rocce enormi sovrastanti e staccatesi nei millenni dalle pareti che circondano la valle.
Non dirò che nessun bambino è scivolato, che non si sono inzaccherati, che avrebbero voluto ripulirsi immediatamente perché condizione insolita questa, eh si… avere una GAMBA DI FANGO! non dirò che non c’era il timore di come il proprio genitore avrebbe accolto questa singolare novità. Eppure il fango s’è seccato, sono arrivate altre risate per altri eventi occorsi successivamente, dopo aver smesso di pensarci ed esser stati rassicurati.
S’è scoperto che.. dopotutto…
stiamo bene misurando il nostro corpo
con il BATTITO DELLA NATURA,
che non è sempre perfetto:
ci fa preoccupare alle volte
ci spaventa con il buio di una grotta
ci fa sentire più uniti se siamo in gruppo,
ed al termine dell’esperienza, come in questo caso, si scopre di avere molte risorse in più di quelle che utilizziamo nella quotidianità: EQUILIBRIO, CORSA, SPIRITO DI OSSERVAZIONE, un più generale acuirsi delle sensazioni.
“Bambini, avete visto quell’albero caduto nell’acqua, i suoi rami
– osservateli – cosa hanno di particolare?”
“I rami proiettati verso l’alto si sono fatti tronco e due nuovi alberi sembrano elevarsi verso il cielo”
Abbiamo ancora tempo. Possiamo approfittare di un ampio spazio che al crepuscolo senz’altro si trasforma nel banchetto dei cinghiali. Organizziamo assieme agli educatori e per i bambini una corsa-staffetta campestre estemporanea, lo spirito competitivo inizia ad animare le due squadre!