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Gubbio 3-4-5 Giugno 2016

Molteplici ragioni e convincimenti animano la nostra piena adesione all’evento giubilare “Mirabile cosa a dire”.

Non solo ci siamo allineati dal punto di vista ideale alla proposta che ci è stata rappresentata, ma siamo intervenuti in maniera sostanziale come amministrazione, inserendola tra gli eventi più rappresentativi della nostra identità.

Sono facilmente intuibili le motivazioni.

Da un lato, la valorizzazione del forte legame della città con il mondo religioso e laico, nel contempo, rappresentato dai forti valori connotativi della figura di S. Francesco e del francescanesimo, oggi rafforzati e attualizzati dalla missione di misericordia e dal messaggio pastorale svolti costantemente da Papa Francesco.

Gubbio, patri “elettiva” del Santo di assisi, scelta per la piena conversione al richiamo divino e per la nascita del primo “cenobio” francescano, ha nel proprio “dna” l’immagine emblematica dell’ammansimento del Lupo a opera di S. Francesco, emblematica del richiamo al dialogo con il mondo e con le molteplici forme della natura.

Inoltre, un appuntamento di così alto profilo artistico e con la presenza di eminenti figure di primo piano, ci vede al fianco dell’associazione “Ideando” e, in particolare, ci offre l”occasione nel riannodarsi dei rapporti con il polo universitario della LUMSA, con il quale stiamo intessendo progetti culturali di lungo termine.

Il coinvolgimento, infine, di presenze eugubine per una collaborazione fattiva ai vari momenti, al fianco di attori professionisti quali Paola Gassman e Ugo Pagliai, ci offre spunto di ulteriore compiacimento e ci assicura un radicamento profondo con il tessuto cittadino.

 

Filippo Mario Stirati

Il Sindaco di Gubbio

 

SALUTO DEL RETTORE DELLA LUMSA

Il Giubileo è un fatto “straordinario”: tanto più questo Giubileo della misericordia, voluto a sorpresa da Papa Francesco, disseminato in tutto il mondo.

E ovviamente in particolare nella terra di Francesco, a Gubbio, ancora una volta esemplare.

Eccoci allora a lavorare insieme, per contemplare, guastare la misericordia che, come fu per Francesco, proprio a Gubbio, si fa storia, diventa segno cultuale ed esempio civile.

Mirabile cosa allora gustare l’arte e nello stesso tempo intorno a essa dialogare sui grandi temi della società, dell’uomo, del futuro.

Servono, oggi più che mai, per vincere quella spirale di decadenza che, come ripete Papa Francesco, segna l’Europa, esempi positivi, servono investimenti in qualità.

Investimenti sulle persone, sulla cultura, sulle idee, sull’incontro, sul bello, un linguaggio intelligibile a tutti che tutti dobbiamo recuperare e sviluppare e di cui l’università, d’intesa con tutte le realtà vive, deve farsi propulsore.

Questo evento, frutto di una grande convergenza, promossa dalla Città di Gubbio, cui la Lumsa dà la sua convinta adesione, nel quadro della collaborazione con l’amministrazione comunale, di recente rinnovata e rilanciata, può così essere un modello credibile per cominciare a rispondere fiduciosi alle molteplici sfide che oggi tutti ci incalzano.

Francesco Bonini

Rettore LUMSA

 

 

 

LESSICO DELLA MISERICORDIA

Come parlare della misericordia ai nativi digitali, ai soggetti del disagio, ai volti della paura e dello spaesamento?

Forse usando parole comuni alle quali dare il massimo significato, come quel semplice “buonasera” che pronunciato da Piazza San Pietro divenne memorabile come simbolo di un pontificato

AMICIZIA.

L’Associazione Culturale IDEANDO Onlus nasce da un gruppo di amici che credono nella qualità culturale degli eventi, dei viaggi, dei progetti formativi che organizzano con professionisti dello spettacolo e della comunicazione.

CURA.

Chi ha cura di se’ sviluppa attenzione verso l’altro, avvertendolo come proprio necessario completamento. Il surplus degli introiti d’IDEANDO è destinato anche alle attività sociali dell’Associazione AMICI DEI BIMBI Onlus, che è partner del reparto di Neuropsichiatria dell’ Ospedale Pediatrico Bambino Gesù nell’aiuto ai BIMBI con disagio, e alla Fondazione FRISIANI SANTINI ricerca oncologica che collabora con La Sapienza Università di Roma attraverso il reparto di Ematologia dell’ Ospedale Sant’Andrea.

GIOVANI.

Si nasce sempre meno perché manca il coraggio di mettere al mondo figli, il pensiero del futuro si trasforma in timore, fra i ricatti del terrore e l”incubo di vecchie e nuove povertà.

La maggior parte del popolo delle barche è fatta di giovani che affrontano il mare aperto sfilando le incognite e attraversano il grande vuoto per testimoniare la speranza.

PERDONO.

Il primo atto è far pace con se stessi, uscire dalle gabbie d’oro in cui viviamo sottomessi agli oggetti che ci governano. Ritornare a prestare una vera attenzione alle cose è la misura dell’Essere negli anni della ricostruzione delle coscienze: ci aspetta un percorso di riconciliazione infinito che non si limiti all’anno giubiliare.

 

Il Presidente Stefano Santini

Associazione AMICI DEI BIMBI Onlus

Il presidente Patrizia Tommasi

Associazione Culturale IDEANDO Onlus

DA FRANCESCO A FRANCESCO RAGIONI DI UN EVENTO

E’ ancora possibile parlare di San Francesco dopo le infinite rivisitazioni che il cinema, il teatro e la televisione hanno offerto delle sue vicende biografiche…? Probabilmente si, se la rappresentazione diviene un percorso formativo delle coscienze.

Poiché egli, come quel Cristo che volle seguire, rimane segno di contraddizione contro ogni banalità, il torto più grande che gli si possa fare è quello di raccontarlo con la stucchevole dolcezza di certa tradizione leggendaria, mentre il più elevato omaggio è nel collocare la sua vicenda umana al culmine dei nostri drammi quotidiani: siamo persone che vivono nell’età dell’incertezza e attraversiamo spesso una notte oscura ben descritta da Juan de la Cruz, forse viviamo la stessa ansia che rende San Francesco nostro contemporaneo.

Si potrebbe sostenere che proprio questo momento storico è il più adeguato a parlare del Santo, nel momento in cui siede sulla cattedra di Pietro il primo uomo che ha voluto assumere il suo nome, dopo quasi otto secoli dalla sua scomparsa, inaugurando un pontificato che si dimostra ogni giorno più ricco di significati.

Compito degli artisti e degli educatori è quello di porre le proprie competenze al servizio di una progettualità: sintetizzare un’intera esistenza racchiudendola nell’ultimo giorno di vita di Francesco, dall’alba al tramonto, attraverso non soltanto dati storici ma anche slanci mistici, sogni, visioni, come nello specchio di un Medioevo che sembra lontano ma è tuttora presente nell’immaginario collettivo e nella fede popolare.

Il testo è stato scritto per Ugo Pagliai e Paola Gassman, che lo interpretano con rara sensibilità insieme ai giovani professionisti Nicholas Gallo e Ariele Vincenti, viene innervato dal territorio eugubino che vive di sottili atmosfere e reca tracce ancora fresche del passaggio francescano e corroborato dalla Compagnia del Teatro della Fama, ricca di passione ed energia.

Cosa unisce una rete produttiva  costituita da un Comune che vanta beni culturali splendidi, soprattutto ma non solo di epoca medioevale, un Ateneo particolarmente attento al sapere inclusivo e una produzione privata specializzata in eventi di qualità? Probabilmente la fiducia nelle capacità della parola di costruire interazioni concrete.

A loro va attribuito il merito maggiore per la realizzazione di questa articolata esperienza culturale territoriale, e per questo ringraziamo l’Amministrazione Comunale di  Gubbio, la LUMSA e l’Associazione  Culturale IDEANDO Onlus.

Una rete è viva se produce linguaggi e questo vuol dire che San  Francesco e Santa Chiara parleranno all’uomo d’oggi con tutte la  necessaria sincerità che l’apertura ecclesiale esige, non ignorando angosce spirituali già analizzate da grandi poeti del Novecento come Rebora, Turoldo, Pasolini o Alda Merini.

A chi sa cogliere i segni dei tempi sembrerà naturale rendere protagonisti e simboli di speranza i veri lupi presenti in scena, e sentire dietro di loro l’emozione dei popoli delle barche.

Al fruitore dei percorsi formativi e degli spettacoli spetterà il giudizio finale sull’evento, e se egli scoprirà nei testi e nei dialoghi una eco di quella teologia dell’accoglienza proposta da Papa Bergoglio come unica salvezza dell’uomo contemporaneo, tutti coloro che hanno lavorato al progetto ne saranno lieti.

Gennaro Colangelo

Direttore Artistico