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Le due escursioni del mese di Luglio hanno avuto un’ambientazione fluviale, collocandosi all’interno del parco regionale Valle del Treja. Il fiume è un affluente di destra del Tevere e lungo il suo corso, arroccati su speroni di roccia tufacea, sorgono due dei borghi più caratteristici della nostra regione, quali Mazzano Romano e Calcata (il paese degli artisti). Il nostro percorso si snodava lungo il sentiero 001 della Riserva, partendo da Mazzano Romano in direzione delle splendide cascatelle di Monte Gelato.

Mi concedo una breve digressione: è un luogo del cuore per me [chi scrive questi resoconti è la stessa guida che accompagna e cura i progetti in natura], in quanto da ragazzo – agli albori della mia passione per l’escursionismo – mi chiesi dove si trovasse Terence Hill nelle vesti del suo celebre personaggio, quando in Continuavano a chiamarlo Trinità
discende con il cavallo all’interno del fiume verso le cascatelle, innamorato di entrambe le ragazze della comunità mormone. “E’ lui che sa nuotare!” – riferendosi al cavallo. Fu quindi una delle prime escursioni che svolsi e lo stesso percorso si presentava molto diverso da come è attualmente, risistemato e di più semplice fruizione.

Oltre ad assorbire tutto il potere rigenerante dell’acqua (in alcuni punti la corrente davvero era un piacere!) l’obiettivo delle due giornate era l’impiego della tecnica dell’acquerello. Dalla scelta del
disegno a cui ispirarsi alla scoperta di piccole accortezze per rendere più artistico e personalizzato il proprio progetto! Un incanto osservare i bambini e le bambine al lavoro. L’acquerello, usato anche da esperti naturalisti, è una tecnica molto valida per immediatezza, semplicità e piacevolezza visiva; permette inoltre di aumentare la confidenza tra il bambino (e non solo lui!) e la natura, sviluppando affettività verso quest’ultima.

Gradualmente, attraverso l’uso del colore e dell’acqua per rappresentare l’immagine… consente di riconoscere la natura. Al termine del laboratorio resta poi
un ricordo da portare a casa, la propria tela, un quadretto.

Mentre camminavamo nel bosco un dialogo tra due bambine mi ha colpito molto: discutevano di quanto sia bello lo scoiattolo, che lo avrebbero voluto come compagno di giochi, che da grandi lo
avranno senz’altro nelle loro case! Quel dialogo nasceva dall’essere lì in quel contesto ed è frutto di tutto quello che hanno dentro e che spesso non riesce ad emergere all’interno della loro
quotidianità a Bastogi. Non dobbiamo dimenticare la cornice sociale di provenienza dell’attività qui proposta: tirare fuori da contesti a margine, favorire il benessere attraverso la scoperta della
natura, della sua bellezza, la bellezza della nostra “casa comune” (come la definisce Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato si’).

Lasciamoci ispirare dal fluire costante dell’acqua, il suo passaggio lungo i bordi, dalla danza delle ‘damigelle’ e delle libellule. Sono poche le voci in sottofondo, nessuna lungo il sentiero. Immergersi nell’acqua fino alla vita, ridere perché si scivola. Gli educatori parlano tra di loro in un momento di tranquillità. Si pranza. Non fa caldo, perché siamo protetti dalla vegetazione sul fondo della forra.

C’è tuttavia la risalita finale, laddove una frana impedisce il vecchio passaggio. Lì appaiono campi incolti e la vegetazione cambia adattandosi al maggior irraggiamento solare, ci sono le querce, dei
cardi. Tutto è più ovattato.

Salutiamo questo splendido posto, ode all’Estate