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11 Marzo 2023 “l’enigma dell’Occhialone”

L’escursione di sabato 11 marzo prevista per il gruppo ‘adolescenti’ è stata ambientata presso il Bosco Macchia Grande di Manziana.

Oggi ricade all’interno di una zona a protezione speciale (ZPS del Comprensorio Tolfetano Cerite Manziate) ed è un sito di importanza comunitaria (SIC macchia di Manziana); un tempo era il cuore pulsante di una foresta – appunto la Silva Mantiana – che si estendeva senza soluzione di continuità tra i monti Cimini e Sabatin

Non è ancora sopraggiunta la Primavera ed il bosco si presenta spettrale: è una cerreta, querce d’alto fusto alte fino a 40 metri, che trattengono in alcuni casi le loro foglie marroni accartocciate, perlopiù apparendo invece con i loro lunghi pinnacoli spogli come cattedrali gotiche naturali.

L’emozione che oggi mettiamo a tema è la ‘paura’: la nostra via infatti si apre sopra il terreno ancora brullo per il passaggio degli animali al pascolo ed il fango secco delle piogge nei giorni precedenti, verso un’immensa e buia galleria scavata nel tufo – profonda circa un centinaio di metri – chiamata Ipogeo di S. Pupa (o dell’Occhialone).

Dati tecnici dell'escursione

Tale galleria è suddivisa in due sezioni: il primo ambiente, lungo circa settanta metri e con volta a botte e pareti lisce presenta sul fondo un pozzo verticale – detto l’Occhialone – da cui poteva essere estratta la pozzolana verso la collina soprastante ma soprattutto in altre epoche potevano fuoriuscire i fumi di riti e cerimonie ancestrali. Nel tempo lo spazio è stato utilizzato in vario modo e lo si nota dai fori laterali per le assi di legno, a mo’ di stalla per il bestiame.

Tuttavia è il secondo ambiente quello maggiormente impressionante: un corridoio in leggera e costante pendenza che un tempo si apriva verso un secondo ingresso, tagliando la collina longitudinalmente (oggi una frana impedisce il passaggio). La salita graduale, le piccole nicchie laterali alte circa un metro (se ne contano ottanta) ed il soffitto basso producono un effetto straniante, di ascesa verso un regno altro, infero. Varie ipotesi sono state formulate al riguardo, molte delle quali concernono la
presenza di antichi riti, religiosi e funebri. Una ‘croce di Lorena’ posta sopra una delle prime nicchie testimonia l’utilizzo da parte dell’ordine degli Ospitalieri, che a lungo abitarono la zona.

Che l’Ipogeo fosse un Mitreo od un angusto putridarium non è attestato da testimonianze certe e possiamo solo interrogarci su queste numerose funzioni.
Nel nostro infinitesimo piccolo abbiamo celebrato in cerchio attorno all’Occhialone la
partecipazione al momento, un carpe diem in versi, leggendo alcune impressioni personali legate al tema della paura: c’è chi si è dichiarato un coraggioso, chi temeva ragni o insetti, chi ha manifestato timore per l’incontro che ci aspettava (a breve saprete!)… chi ha rivelato riflessioni più profonde, avvertendo di aver paura di veder tradita la fiducia. Su fondo della galleria, preannunciati da un odore pungente e dagli stridii abbiamo avvertito, e poi visto volteggiare, alcuni esemplari di una piccola colonia di chirotteri, pipistrelli. Tenendo basse le torce per non disturbarli ci siamo fermati presto. All’uscita e su un prato i giochi che hanno chiuso la giornata hanno ripreso il sottile meccanismo che regola il volo di questi animali: l’ecolocalizzazione.

 Non aggiungiamo altro.

Alla prossima traccia

Momenti indimenticabili passati insieme