• +390687130915

  • Via L. Zuccoli, 47A 00137 Roma

15/02/2025

“VIVERE SOTTERRA” presso abitato ipogeo di Corviano (Vt).
Era una notte buia e tempestosa… così Snoopy iniziava a scrivere il suo racconto a macchina, riportando la frase di un romanzo inglese. Ed è iniziata realmente così la nostra avventura: la pioggia intensa dei giorni precedenti all’escursione aveva intensamente dilavato il fianco della collina, trasformando la terra, ingrossando il torrente, aumentando il flusso d’acqua della cascata, rendendo scivoloso e rischioso il sentiero di avvicinamento.
La natura non è mai uguale a se stessa, è una “casa” (òikos) in perenne trasformazione e mutamento. Così uno dei valori che con consapevolezza portiamo con noi sul sentiero è di adattarci a questo mutamento, verificando cosa si può fare e quando, e la rinuncia è altrettanto importante dell’arrivo a meta.
Con attenzione quindi abbiamo percorso il sentiero, ho verificato le condizioni di due sentieri di avvicinamento alla cascata, uno più semplice uno più complesso, e valutato che non era possibile farli percorrere in sicurezza ai ragazzi e alle ragazze. Il torrente inoltre era al pieno della sua portata, per cui un guado non era consigliabile. Dunque ho modificato il tragitto deviandolo in alcuni tratti in modo da raggiungere l’abitato ipogeo di Corviano….
il cielo rendeva ancora più maestosa e inquietante la presenza di queste grotte, la collina traforata.
Abbiamo pranzato con la vista che spaziava su tutta la valle circostante. Molti massi erranti giacciono dispersi nella valle, come giganteschi Polifemi insabbiati dalla polvere del tempo.
In tutto questo naturalmente i ragazzi e le ragazze si divertivano a salire e scendere nelle “grotte-case” e nasceva anche una love story…
Un lungo anello, sfidante per loro, che abbiamo completato passando attraverso infinite distese di noccioleti. Soddisfatti e infangati siamo risaliti verso il borgo di Vitorchiano, dove ci attendeva un’ultima sorpresa: il nostro saluto alla statua imponente del MOAI, l’unico presente al di fuori dell’Isola di Pasqua, realizzato in peperino.
Alla prossima tappa.